7 giugno 2006

The Chronicles of Piacionia - Alfin l'Epilogo

Parte Seconda

“Mi chiamo Tomozzi!! Io sono la Principessa del Cipango!!!” esclamò a voce alta la signora venuta dalla nebbia.

Gli eserciti non si mossero. I cavalli scalpitavano impazienti ma rimasero schierati in formazione d’attacco.

Re Adeliante raccolse tutto il suo coraggio e la sua regale piacioneria e si fece avanti.
“Chi tu essere… e cosa volere da noi?”

“Prima di tutto basta che mi parli lento e grosso modo ti capisco. Io non voglio niente dalle armate reali, io chiedo solo un duello con Yoshimitzu” rispose la Principessa del Cipango

“Boia!!” fece qualcuno ad ovest della pianura

“Eccomi qua, se duello deve essere che duello sia” rispose il cavaliere dell’est, comparso improvvisamente alla guida di un rudimentale mezzo articolato di colore arancione con la scritta DEP davanti.

“Io non ci sto più a capire un cazzo. Ora piglio e vado a tirare ‘ni mezzo: chi piglio piglio!” si sentì giustamente tirato in causa il Principe Von Nirvelliz.

Sulla piana, tra tre eserciti immobili ad osservare, Yoshimitzu e la Principessa decisero così di incrociare le lame...


...ma non fu una battaglia accesa e combattuta, almeno così narra la leggenda.
Il giovane cavaliere era stranamente lento ed impacciato nei movimenti.
Al contrario Tomozzi dava prova di grande agilità fisica e tattica.

Il combattimento andò avanti per circa mezz’ora – il tempo necessario a Simonski per un sonnellino pomeridiano.
Le lame volteggiavano in aria e l’acciaio risuonava acuto per la piana.


Ma ecco che all’improvviso Yoshimitzu si ferma e si inginocchia davanti alla Regina del Cipango. La spada nella mano destra conficcata a terra, lo sguardo rivolto alle poppe di lei ed uno strano sorriso.

Si gira verso i cavalieri che lo osservavano silenziosi in disparte:
“Un giorno amici capirete. Se lo faccio è per l’ammmore e per l’omeko rasata!!!”

Un attimo dopo lo scintillio della spada della Regina aveva nascosto l’attimo in cui il cuore di Milkino aveva abbracciato il freddo acciaio orientale ed un caldo fiume di sangue accompagnava ora l’addio del condottiero a questo mondo.


Il tempo si era fermato.
Il cavaliere dell’est stava stramazzando al suolo.

Yoshimitzu era morto!


Mai era successo che uno dei 3 condottieri reali avesse perso sul campo di battaglia. Centinaia di guerre combattute ma erano sempre tornati tutti (quasi) interi.
Non questa volta.
Non questa battaglia.


“La guerra è finita. Torniamo a casa!” furono le uniche parole pronunciate da Re Adeliante, così sibilate che nessuno le aveva udite.
Simonsky e Bob si guardarono negli occhi, occhi vuoti e persi, e voltarono le spalle alla piana.
Nessuna lacrima negli occhi.

Nessuno aveva capito il perché di quel gesto.

Il gruppo riprese la strada di casa ma nessuno osò parlare per tutto il pomeriggio.
Fermatisi la sera ai bordi di una foresta, il Re sentì il bisogno di fare un discorso al gruppo.

La sbuerra!! E’ difficile parlare dopo quello che è successo. L’unica cosa che vi voglio dire è che nessuno di noi, nessuno, ha perso questa battaglia! Quanto è successo è solo una scelta di Yoshimitzu. Nessuno se l’aspettava… e comunque non avremmo potuto farci un bel niente. Tutto qui.”
“CAZZATE!! Sono solo cazzate!!! Che ci siamo venuti a fare qua?? Eravamo un gruppo, e adesso manca Yoshi!!” sbottò tutta la sua rabbia un incazzato Simonsky

Il Re rimase in silenzio, qualsiasi cosa avesse risposto avrebbe avuto solo l’effetto di far salire l’esasperazione al gruppo.
“Almeno tu hai capito, amico Bob??” miagolò il saggio e mefitico felin Scureggia che fino allora era rimasto a ciucciare godurioso le orecchie di Simonsky.

“No, non ho capito e non voglio neanche capire!! Cosa c’è da capire, eh??!!”
“Dai tempo al tempo, non essere impaziente che sennò ci tocca bombarti di Zyprexa (come stabilizzatore dell'umore)”

Il viaggio di ritorno fu più breve del previsto ed in poche settimane raggiunsero Palazzo Bobby.


La città era deserta.
Nessuno a salutare l’arrivo degli eroi. Nessuna bandiera, nessuna fanciulla affamata e nessun gay allupato: niente di niente.
Nell’aria c’era però uno strano odore di arrosto.

“Oh che c’è la sagra dell’abbacchio glassato colle patate novelle al vino rosso?” domandò Bob
“Mi pare di più pollo arrosto agli agrumi di Vicarello” frugugliò Scureggia
“Sie, epperò è sempre ciccia che è bono che c’ho proprio bisogno di un 300 grammi di aminoacidi ramificati e 500 di proteine!” aggiunse il Principe Von Nirvelliz

Arrivati alla bianca scalinata di Palazzo Bobby smontarono dalle cavalcature e cominciarono a salire per arrivare al maestoso portone d’ingresso.

“Comunque sto puzzo di bruciato arriva proprio dal palazzo, senti qua che olezzo!!” osservò Simonsky
“Sire, mi sa che suo padre l’Imperatore deve aver fatto un po’ di troiai in cucina… glielo dico io Sire” sorrise Bob a Re Adeliante.


Un paggetto corse affannato verso di loro.
“MA SIGNORIIIIIIIII!! NON VI SIETE ANCORA CAMBIATI!!!”

“Tu villico, lavati quella puteabonda bocca prima di parlare con noi!” rispose altezzoso Re Adeliante
“..che se ci riprovi io ti piglio, ti sgozzo e con la bile mi ci faccio un sorbetto” volle aggiungere il Principe Von Nirvelliz.

“SCUSATE SIGNORI… MA TUTTI STANNO ASPETTANDO VOI PER LA CERIMONIA”
“Cerimonia? E di grazia, di quale cerimonia stai parlando, smoccolacaccole a tradimento??” (sempre il Re)
“MA IL MATRIMONIO SIRE!!! FORZA ANDATE SUBITO A CAMBIARVI, NON C’E’ TEMPO DA PERDEREEEEE. SU SU…” con inflessione un po’ garuglieresca fece lo stronzopopolare.

“Sie, si sposa l’Imperatore!! L’autore di questa saga si deve essere dopato il cervello un po’ troppo in questi ultimi tempi, qua siamo proprio alla fantascienza…” mormorò divertito Scureggia.


Strana la vita: la morte di un amico, la vita di un popolo.

Continua...

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