22 giugno 2005

cofferati e l'immigrazione

Il sindaco di Bologna sa bene che l’arresto di due marocchini non è la fine di questa storia, ma un inizio. Perché si somma alla vicenda di Varese, alla violenza di Milano, alla brutta aria che tira verso gli extracomunitari.
Come si evita il rischio di mettere tutti insieme? «Bisogna essere rigorosissimi nel perseguire i reati, e altrettanto rigorosi nel non lasciare che i reati vengano strumentalizzati». Lei pensa che ci sia davvero, questa strumentalizzazione? «A Bologna il riflesso condizionato di tutti è stato quello di accusare i rumeni che da sempre qui sono considerati un problema. Questa è una semplificazione, che bisognerebbe sforzarsi di evitare».
Ammetterà che non è facile. «È difficilissimo. Non nascondiamoci dietro un dito: quando i reati vengono commessi da persone straniere, si accentua un clima di comprensibile paura. Questi sono dati oggettivi».
Non è indicativo che a Bologna lei venga osannato dai cittadini per gli sgomberi degli extracomunitari? «Qui c’è una fragilità di fondo che si traduce nel timore di perdere l’attuale condizione di benessere. È una paura comprensibile che merita risposte chiare. Gli sgomberi continueranno, perché gli insediamenti abusivi sono illegali».
L’equazione criminalità uguale extracomunitario va di moda. «Secondo me è sbagliata. Ma purtroppo è quello che pensa una parte della popolazione. E il senso comune non va ignorato. Quell’equazione può essere corretta a una sola condizione: agire con grande rigore di fronte ai reati».
Ma la solidarietà può essere coniugata con la legalità? «Le politiche di accoglienza sono fondamentali, ma per essere efficaci hanno bisogno di una crescita della cultura della legalità, che vale per i cittadini nati qui e per quelli che ci arrivano ».
A parole è semplice. Poi c’è la realtà. «Di fronte a un insediamento abusivo, io mi devo porre il problema della solidarietà verso bimbi e donne che vivono in quel luogo».
E dopo? «Fatto questo, l’insediamento va abbattuto. Non è accettabile l’idea che siccome ci sono persone che soffrono, ci si ferma, non si agisce. Un esercizio sbagliato della solidarietà, anzi, non è vera solidarietà».
A sinistra queste sue parole non riscuotono grandi consensi. Perché? «La sinistra ha un problema su questi temi. Per qualche tempo si è radicata l’idea che solidarietà e giustizia sociale possano per loro natura prescindere dalla legalità».
A Bologna lei è stato pesantemente contestato per quegli sgomberi. «La sinistra radicale non si rende conto che il bisogno di sicurezza è una delle esigenze dei suoi elettori».
Lo «sceriffo» Cofferati elogiato da Giuliano Ferrara e contestato dalla sinistra. Non è un paradosso? «Mi rendo conto dell’apparente contraddizione. Ma sulla legalità a sinistra si continua a sbagliare. Ci siamo fatti scippare questo tema dalla destra. Non è una novità».
Quali sono gli altri «scippi»? «Riguardano alcune parole simbolo. Libertà: l’abbiamo lasciata alla destra, che l’ha trasformata in arbitrio. Patria: termine che la sinistra ha sempre usato con imbarazzo, lo stesso con il quale maneggia la legalità».
E «immigrazione»? «È strettamente collegata al concetto di legalità. Sono temi riguardo ai quali un certa sinistra ha un evidente problema».
Quale? «Non è stata capace di dare messaggi chiari. Sono incertezze che poi si pagano».
Quanto pesa il suo passato nelle critiche che le arrivano da sinistra su legalità e immigrazione? «Abbastanza. Nella mia attività precedente mi sono battuto per la solidarietà e il rispetto dei diritti. Qualcuno pensa che questa mia caratterizzazione debba accompagnarsi a una sorta di lassismo sul rispetto della legge. Sbagliato ».

Ecco, per far capire a chi è sordo e non capisce (anzi, è semplicemente comunista e come tale minidotato e pure fazioso)
io la penso come Cofferati
L'illegalità va combattuta, con forza, rigore e senza la minima pietà.
E questo vale per quesgli stronzi in giacca e cravatta che hanno mandato al lastrico famiglie intere con i crack Cirio e Parmalat, ma vale anche per gli extracomunitari.
Se sei irregolare torni a casa. Senza se e senza ma.

3 commenti:

spider ha detto...

E io che non sono né sordo né comunista, non ho niente da eccepire.

Ilnirvana ha detto...

da notare che ha negato di essere comunista e sordo, ma per fortuna non ha smentito l'evidenza più grande ( o meglio più piccola...): quella cioè di essere microdotato!!

spider ha detto...

ho negato le cose palesemente false :-P